Our Blog

Lunedì 20 Luglio sono stata invitata alla sede milanese dell’UNIPRO ( Associazione Italiana della Imprese Cosmetiche) per parlare delle potenzialità del web per la comunicazione aziendale.

Per me è stata un’occasione molto formativa per confrontarmi con diverse realtà, dalle grandi aziende internazionali ai proprietari di singoli saloni. Ho avuto così l’opportunità di conoscere le loro esigenze, le loro visioni, i loro dubbi e di risponderne.

Dal confronto sono usciti molti spunti interessanti, che cercherò di riportare in questo articolo.

L’incontro all’Unipro è stato organizzato in collaborazione con QPX, azienda che da anni si occupa dell’analisi e studio della Consumer Satisfaction [e che ora, grazie al supporto  di Gioiacommunica, sta progettando un nuovo strumento, sotto forma di questionario on line, per l’analisi della Consumer Experience, utile per le aziende anche per lo studio di campagne di Marketing e Comunicazione mirate]*Aggiornamento in data 27 Agosto 09: Gioiacommunica – e collaboratori – ha deciso di interrompere il progetto a causa di accordi non rispettati da QPX.

.

La mia presentazione, effettuata anche grazie al supporto e contributo di Beatrice Finauro, ha lo scopo di mostrare le potenzialità del web, ed in particolare del web sociale, come strumento di Marketing e Comunicazione e soprattutto come luogo dove l’esperienza del consumatore continua e si sperimenta, al di la delle mura del salone.

Questa la presentazione:

Al termine dell’incontro sono stati posti diversi quesiti.

Una problematica evidenziata è quella relativa al rischio di puntare tutta la campagna di comunicazione su web, non coinvolgendo così tutta quella fetta di pubblico che non è su internet.

Come evidenziato dai dati risportati durante la presentazione, il web / web sociale è ormai un fenomeno di massa. Addirittura, abbiamo visto che è in aumento tra gli over 35, sfatando così il mito che internet sia solamente una “cosa da giovani smanettoni”.

Questo fenomeno è dovuto essenzialemnte a due motivi: ad un invecchiamento fisiologico della popolazione, ma soprattutto alla semplicità dello strumento che ha permesso una massiva alfabettizzazione ed accesso anche a coloro che prima si sentivano esclusi.

Gli strumenti di condivisione del web sociale (come ad esempio i tastini “share” che permettono la diffusione dei contenuti nelle diverse piattaforme di social network, ed altri ancora), inoltre, permettono il riprodursi, di fenomeni che già vivono off line, come il passaparola. Questo punto è stato sottolineato in sede di dibattito, anche da Andrea Paternostro, ricercatore e giornalista, collaboratore del Sole-24 Ore, presente durante l’incontro.

Ecco che l’esperienza on line, alimenta ed amplifica l’esperienza of line e viceversa, ed è importante per le aziende adottare una strategia di comunicazione integrata e cross mediale.

Lo stesso caso studio TIGI riportato nella presentazione, con l’organizzazione di eventi on line ed off line in parallelo, ne è un ottimo esempio.

Un’altra problematica sollevata è quella relativa al monitoraggio.

Una caratteristica del web come media, è la sua “tracciabilità”. E’ infatti possibile individuare degli indici (accessi, keyword utilizzate nelle ricerche, visualizzazioni, risposte, feedback ecc) che permettono la misurabilità, l’analisi e la valutazione sia delle attività di Social Media Marketing ed Internet PR ma anche delle campagne di comunicazione effettuate su altri media, visto che spesso gli utenti esprimono i propri feedback on line.

Su web sono a disposizione degli strumenti gratuiti di misurazione delle conversazioni (o BUZZ) che è utilissimo utilizzare in maniera incrociata, anche se attualmente non offrono un’affidabilità scientifica.

Negli ultimi mesi, inoltre, molte aziende hanno confezionato ed introdotto nel mercato prodotti a pagamento per la misurazione del BUZZ, molto utili dal punto di vista quantitativo ma, per i limiti relativi all’analisi semantica, un pò meno dal punto di vista qualitativo.

Dal mio canto, la mia opinione è che le aziende dovrebbero in questo contesto soffermarsi meno sui numeri e sull’esigenza di controllo, e puntare sulla qualità delle relazioni e delle esperienze, che gli strumenti del Social Media Marketing permettono.

Altro quesito sollevato è l’efficacia del Social Media Marketing per le aziende che operano in aree geografiche circoscritte.

Molte sono le comunità web che sono nate, e si sono sviluppate, da comunità locali, per agevolarne la condivisione dei valori e la socializzazione al loro interno.

Lo stesso colosso Facebook, nasce e si sviluppa da e su comunità (ad iniziare dai College americani) preesistenti e fortemente legate al territorio.

Ecco che le aziende, attraverso gli strumenti del Social Media Marketing, hanno la possibilità di comunicare ad un target mirato, anche geograficamente.

In ultimo, una problematica evidenziata è quella dell’accessibilità in termini di budget da parte delle piccole e medie imprese.

Se ci sono dei Social Network, come ad esempio MySpace e Netlog, che, per la creazione di un profilo aziendale, di applicazioni o l’inserimento di materiale virale come i video, prevedono un investimento iniziale sotto forma di publicità display (banner) che si aggira intorno ai 20.000 euro, ci sono altri Social Network, come Twitter, Friendfeed e lo stesso Facebook dove questa barriera iniziale non è imposta.

Facebook, ad esempio, punta molto alle piccole e medie imprese, fornendogli gratuitamente la possibilità di crearsi un proprio spazio, una FanPage, di creare applicazioni o di utilizzare strumento come Facebook Connect, per collegare il proprio sito al Social Network.

In questo caso, i costi per le aziende sono quelli relativi alla strategia, di settaggio ed eventualmente di programmazione, la creativita e, importantissimo, i costi di gestione degli spazi per mantenere vive le relazioni.

In sostanza, dunque, il Social Media Marketing permette una “modellabilità” e “modulabilità” delle strategie di comunicazione, personalizzabili a seconda delle esigenze e disponibilità.

E’ importante poi tenere in considerazione che il web sociale permette di sfruttare la comunicazione spontanea, il passaparola, la creatività dei propri utenti / consumatori, che diventano per le aziende un vero strumento attivo di comunicazione oltre che un importante fattore di innovazione, grazie al valore e l’importanza dei loro feedback on line.

Se avete dei quesiti da pormi, o qualcosa da aggiungere alle mie argomentazioni, sono aperta a qualsiasi vostro spunto o riflessione.

Gioia Feliziani

3 Comments

  1. molto interessante. E quando vorrai proporre a un potenziale cliente un esempio di consumer empowerment in azione.. ricordati di noi 🙂 bacioni

So, what do you think ?