“Fare Business con Facebook”: i conti non tornano.
Lo scorso Venerdì 28 Agosto, in occasione dell’incontro GGDMarche “Quando Facebook entra in azienda”, ho avuto l’occasione di confrontarmi direttamente con Luca Conti sul suo libro “Fare Business con Facebook” edito Hoepli ed uscito lo scorso mese.
Libro che nei giorni pre-evento ho avuto modo di leggere e che a mio avviso, anche sulla base della mia esperienza nell’ ideazione e gestione di campagne di comunicazione sul Social Network, contiene diverse criticità.
Ecco che la mia presentazione “Fare Marketing con Facebook… being creative” ha avuto anche lo scopo di chiarire alcuni punti chiave.
Domani pubblicherò la presentazione, completa di link a risorse presenti su web e di tutte le note / didascalie, nel frattempo in questo post volevo concentrami su un’analisi del testo.
La prima problematica riguarda la natura dei Gruppi e delle Pagine come strumenti di Marketing per le aziende.
Nel cap 4 dedicato ai Gruppi, Conti dice: “I Gruppi sono la parte di Facebook che, fin dal principio, ha permesso di avviare una conversazione e una discussione tra aziende e consumatori, membri del network, con un’ottica orientata al marketing” (p.43). Ecco che in seguito alle aziende che vogliono promuovere la loro attività o i loro prodotti l’autore suggerisce di aprire un gruppo, con il nome stesso dell’azienda / prodotto.
Come si può ben desumere dall’ intervista fatta da me e Chiara de Caro al Marketing Team di Facebook, i gruppi non sono stati creati, né sono concepiti, come strumento di Marketing.
A tal proposito ho chiesto chiarimenti a Cat Lee, Program Manager del Platform Facebook Marketing Team, che mi ha risposto:

Cat Lee, Program Manager del Platform Marketing Team di Facebook
In sostanza, Facebook stesso raccomanda le Pagine ( o Profili Pubblici) a Brand, Celebrità, Artisti e Personaggi Pubblici… questo perché i loro aggiornamenti appaiono direttamente nelle news e nelle segnalazioni “in primo piano”, e perché è possibile aggiungere il “Fan Box” nel sito / blog dell’azienda / personaggio, da cui è possibile divenire fan, anche quindi esternamente a Facebook.
I Gruppi sono stati creati “per organizzare persone insieme” – come club, associaizoni di business o semplicemente persone che condividono un interesse – ed hanno il limite dei 5000 iscritti.
Come ho spiegato venerdì inoltre, sono tanti i tool che la Pagina (o Profili Pubblici) mette a disposizione e sono utilissimi per il Marketing: possibilità di aggiungere sempre nuove funzionalità grazie alle applicazioni, possibilità di personalizzazione, disponibilità di tutti i report e statistiche, possibilità di importare i contenuti di siti / blog esterni. Altro vantaggio della Pagina (o Profilo Pubblico), è che l’azienda o personaggio pubblico interagisce con gli iscritti / fan, inviando messaggi, pubblicando link, aggiornando il proprio status etc. con una propria identità. Nel caso del Gruppo sono gli amministratori che interagiscono con gli iscritti con la loro identità privata, quindi l’azienda si trova nella necessità di eleggere dei rappresentanti visibili che parlino per loro conto.
Cat Lee ha suggerito di leggere un interessante articolo al riguardo, “Facecebook Pages v/s Facebook Groups: What the difference?”, dove in conlusione si afferma: “Groups are great for organizing on a personal level and for smaller scale interaction around a cause. Pages are better for brands, businesses, bands, movies, or celebrities who want to interact with their fans or customers without having them connected to a personal account, and have a need to exceed Facebook’s 5,000 friend cap.”
Questo lo schema riassuntivo, parte della mia presentazione, che ben chiarisce le caratteristiche distintive dei due strumenti:

Slide 19 - Presentazione di Gioia Feliziani "Fare Marketing con Facebook... being creative" per le GGDMarche
L’autore di “Fare Business su Facebook” continua descrivendo i Gruppi come spazio “in cui raccogliere community già entusiasta del vostro prodotto, trascinando nuovi utenti tra il pubblico dei clienti, degli amici e dei semplici curiosi di passaggio” (p.44), e sottolinea che questo richiede un impegno da parte dell’azienda a far parte della conversazione, consigliando ai soggetti che invece non si sentono pronti a sostenere tali attività di una Pagina (o profilo pubblico).
Luca Conti, poi, continua “ Se la comunicazione unidirezionale e l’aggiornamento sulle ultime novità, nel vostro piano di comunicazione, prevale rispetto alle opportunità offerte dagli strumenti per stimolare il dibattito con gli iscritti, è probabile che anche in questa situazione il profilo pubblico sia lo strumento più rispondente alle esigenze determinate dalla campagna” (p.45).
Mi chiedo, su che basi poggia quest’ affermazione?
Entrambi, sia il Gruppo che la Pagina (o Profilo Pubblico), hanno una sezione dedicata alle discussioni (attualmente nella Pagina bisogna aggiungerla, ma è molto facile ed intuitivo) quindi entrambi sono un luogo di dialogo e dibattito, solo che la pagina ha in più degli strumenti / caratteristiche orientate al Marketing.
Quando è stata posta la domanda a Luca Conti su questa criticità, lui ha risposto che la situazione è cambiata lo scorso Marzo, quando è stata aggiunta la funzionalità degli status update per le Pagine o Profili Pubblici (infatti scrivere un libro su una piattaforma in continua evoluzione come Facebook è una bella sfida!).
In realtà le cose non stanno proprio così: sì, è vero che questa nuova funzionalità è stata aggiunta questa primavera, ma tutti i restanti tool (possibilità di aggiungere applicazioni, personalizzazione, analitics, maggiore visibilità delle pagine ecc) erano già presenti da prima.
In definitiva, i Gruppi e le Pagine (Profili Pubblici), sono due strumenti con una natura profondamente diversa: il primo è nato per agevolare la formazione, interazione ed organizzazione di gruppi di interesse, la seconda per permettere a soggetti pubblici, come le aziende, di comunicare, aggregare, promuoversi, creare comunità.
Questo non esclude perentoriamente che il gruppo possa essere utilizzato dalle aziende a scopo di Marketing, ma in maniera creativa e soprattutto, rispettandone la natura di spazio appartenente agli utenti.
Io stessa ne ho portato un esempio: quello della campagna Feltrinelli (sett. 2008) che ho seguito, dove per lanciare un libro ancora non uscito in libreria, la prima mossa è stata la creazione di un gruppo Facebook, dove il nome del gruppo e la descrizione, richiamano valori condivisi e temi trattati nel libro.
Il nome dell’amministratore (Psico Naufraga*) è stato ispirato da una frase del libro da lanciare, mentre la sezione info conteneva il link ad una lending page dove era possibile scaricarsi il primo capitolo del libro in anteprima.
I temi e le discussioni erano sì relazionati al libro (es. le feste, la provincia ecc.), ma il libro non veniva mai citato direttamente.
In un secondo momento, quando il libro è poi uscito negli scaffali e ci sono stati i primi lettori, è stata creata la Pagina (Profilo Pubblico).
In sostanza, un conto è creare un gruppo di interesse, magari sponsorizzato (es. un’azienda che produce biciclette che crea un gruppo di appassionati di bicicletta), che rimane comunque uno spazio dedicato agli appassionati, altro è creare un gruppo dedicato all’azienda, addirittura con il suo nome, come alternativa alla Pagina (o Profilo Pubblico).
Altro utilizzo creativo dello strumento dei Gruppi, potrebbe essere il loro utilizzo da parte delle aziende per avvantaggiarsi di network già esistenti, che corrispondono al loro target di vendita.
Tornando allo stesso esempio di prima, un’azienda di biciclette potrebbe fare una ricerca di gruppi di appassionati di ciclismo, e proporre all’amministratore di comunicare sconti e promozioni dedicati agli iscritti.
Un errore da evitare comunque è, a mio avviso, aprire un gruppo con come nome del brand / azienda – come consigliato nel libro: può essere fuorviante e, se si decide di aprire una pagina per gli ovvi vantaggi sopra menzionati, dispersivo.
Altra criticità del testo riguarda il capitolo 7, dove l’autore propone alle aziende di fare “Cause Marketing” attraverso l’applicazione “Cause”. All’argomento viene dedicato un intero capitolo.
Come ho evidenziato durante l’incontro, quello del Cause Marketing due.zero è un argomento che mi interessa molto e che sto approfondendo.
Luca Conti nel libro propone alle aziende di creare una Causa, ma propone di farlo attraverso il proprio profilo personale. Ecco che si ripresenta lo stesso problema dei gruppi, quello della personalità.
Io suggerisco piuttosto di aggiungere l’applicazione Causes alla Pagina (o Profilo Pubblico aziendale) e creare la causa direttamente con l’identità pubblica.
In questo modo inoltre, l’azienda può comunicare in una sezione apposita della sua Pagina, il suo aderire ad una o più cause.. anche non necessariamente create dalla stessa.
Ecco che si riafferma l’esigenza per le aziende su Facebook di creare una propria Pagina (o Profilo Pubblico).
Inoltre: nel capitolo delle applicazioni non vengono citate le applicazioni che io chiamo “redirect”, cioè che portano l’utente in un sito esterno, dove magari si deve registrare per fruire di un servizio. Questa tipologia di applicazione è molto interessante per le aziende che hanno come obbiettivo quello di ricevere traffico da Facebook.
In generale posso dire che è interessante come è strutturato il libro, una sorta di “manuale per Dummies”, molto chiaro. Mancano forse analisi, approfondimenti con dati e risultati, che sono molto utili ad un’azienda nel decidere quale strategia adottare. Probabilmente l’intenzione dell’autore è propria questa, mantenersi ad un certo livello di semplicità ed operatività.
Mancano degli schemi riassuntivi con il confronto dei vari strumenti.
Interessante invece l’idea di aggiungere delle affermazioni di esperti e blogger, molto utile anche per scopi di pubbliche relazioni / promozione del libro.
… Concludendo, visto che con “Fare business con Facebook” i Conti non tornano.. allora meglio fare gruppo o voltare pagina? 😉
Il fatto è, come poi lo stesso Luca Conti conclude, Facebook è di per se un “libro aperto”, in continua evoluzione con tante novità che c’è il rischio che, anche nel momento in cui scrivo questo post, sia già scaduto!
*Nota aggiunta il 4 settembre 2009: Gli attuali Statment of Right and Responsability (ultimo aggiornamento lo scorsa primavera) richiedono agli utenti di non fornire false informazioni all’interno del loro profilo. Anche se non ci sono controlli reali (se non dietro segnalazione), è giusto presentarsi con onestà con un’identità reale ed essere trasparenti, visto che Facebook è nato e si è sviluppato da network reali. Si consiglia dunque di creare i Gruppi con un profilo personale veritiero ed esistente.
Mauro Meli
Gioia, grazie per il tuo post (avrei voluto venire anch’io a GGD Marche, ma non c’era più posto per gli ometti) condivido in larga parte tutto quello che hai scritto, e per quello che scrivi sulle pagine e sui gruppi non ho dubbi.
Penso che oggi scrivere un libro su questo argomenti sia inutile, forse risponde solo ad un bisogno di fare marketing per sè stessi e la hoepli ha una serie di libri sul web 2.0 che “ti raccomando” (sai che questi libri si vendono pricipalmente negli autogrill?).
Ritengo invece molto buona la strada scelta scelta da Insidefacebook.com da cui puoi acquistare un libro “one shot” oppure acquistare un libro ed avere gli aggiornamenti per un anno.
Comunque mi sei piaciuta molto in quello che hai scritto, vai avanti così, mi sono già iscritto al tuo feed!
Luca Conti
Grazie delle critiche. Molte non le condivido, ma il confronto è sempre ricchezza. Mi dispiace che tu non abbia avuto il coraggio di pormi le stesse critiche di persona e in pubblico, visto che la serata era dedicata a questo, perchè?
Attendo il tuo prossimo libro su Facebook che sarà certamente migliore e più documentato del mio. Anzi, tutto sommato mi chiedo come mai non ne abbia già scritto uno… o me lo sono perso?
Considerando le tue grandi esperienze con Facebook, vorrà dire che la prossima volta che un giornalista vorrà intervistarmi sulla materia, gli girerò il tuo indirizzo. Certamente sarai essere più documentata di me.
In ogni caso sulle Cause hai equivocato e mi sembrava di aver chiarito il punto già di persona e in pubblico, o vogliamo andare a rivedere la registrazione?
Gioiacommunica
@Luca: In questo post non ho fatto altro che ribadire i punti della mia presentazione, precedente alla tua, dove non ho fatto altro che evidenziare il mio punto di vista come consulente, per alcuni versi divergente rispetto al tuo. In sede di dibattito la questione Gruppi v/s Pagine è stata sollevata e la tua risposta è stata riportata nel post. Per quanto riguarda Causes, si ti ho chiesto “dove sono le aziende?” – e tu mi ha risposto genericamente sulla possibilità di promuovere cause. In questo post vado a esprimere i miei dubbi sulle modalità che hai suggerito nel libro, ed anche quì propongo una mia visione. Il tempo alla GGDMarche era poco, e le domande erano tante. E comunque penso sia stimolante spostare il dibattito anche on line.
E’ normale che ogni professionista abbia un proprio punto di vista rispetto certi strumenti o modalità operative.
Onestamente, da te mi aspettavo una risposta meno emotiva.
@Mauro: ti ringrazio per il supporto! Sei il benvenuto! Rimango a disposizione se hai qualcosa da chiedermi… e qualsiasi idea, critica o suggerimento, sono bene accetti!
david
Grazie per i commenti, penso che entrambi abbiate competenza e conoscenza da vendere, e che nessuno la metta in discussione.
sono daccordo con gioia sul fatto che sia utile per chi non ha partecipato avere il suo punto di vista, che è comunque la sua opinione.
Luca, se mi posso permettere, i toni della tua risposta a Gioia non fanno altro che sottolineare che le riconosci autorevolezza nel giudizio.
I social network sono gli strumenti più democratici che esistano, dove i giudizio del singolo contribuisce a rinforzare a indebolire quello della community, esattamente come avviene su facebook e in qualsiasi community reale o virtuale che sia.
Essere autocelebrativi non funziona, e se questo è il biglietto di presentazione, perchè adesso dovrei leggere questo libro?
anna
Mi dispiace non sono d’accordo su quanto scritto trovo questo post scorretto ed oltre modo maleducato nei confronti di un professionista che è stato invitato a presentare il suo libro.
Qualsiasi critica o divergenza d’opinione poteva essere affrontata anche la sera stessa sia durante il talk che durante l’aperitivo, cosa che non è successa.
Tant’è che ora, nonostante sia stata coinvolta nell’organizzazione dell’evento tanto quanto te,mi sia trovata davanti a questo post come ad una doccia fredda.
Non voglio essere fraintesa e tengo a sottolineare che ognuno debba sentirsi libero di pubblicare sul proprio blog tutto ciò che crede a patto che non si usino le persone che ci hanno offerto il proprio tempo e disponibilità, per autocelebrarsi ed autopromuoversi tanto più se si arrivano a toccare certi livelli di bassezza come:
“… Concludendo, visto che con “Fare business con Facebook” i Conti non tornano.. allora meglio fare gruppo o voltare pagina? ”
Probabilmente Gioia avrai diverse competenze ma non è di certo questo il modo di dimostrarle, inoltre il solo fatto che ti ponga sullo stesso piano di Luca mi suona vgamente ridicolo non lo dico per amicizia ma per la situazione oggettiva dei fatti e sfido chiunque a dimostrare oggettivamente il contrario.
Sono convinta che tu sia una ragazza ambiziosa però mi aspettavo più rispetto e meno arroganza.
Ti auguro professionalmente di arrivare quanto in alto vuoi ma di far sempre il passo giusto rispetto alla tua gamba.
Gioiacommunica
@Anna: A questo punto mi sorge il dubbio che non hai seguito la mia presentazione, ne il dibattito successivo. L’evento è stato proposto senza che nessuna delle GGD avesse letto il libro, e nei giorni pre evento nonostante ho cercato di stimolare la cosa nessuna ha voluto di apportare contenuti, nonostante era ben chiaro che quella doveva essere una serata a tema in stille GGD, e non solamente la presentazione di un libro. Tornando a questo post, ho ribadito dei punti salienti della mia presentazione, e spunti venuti fuori in sede di dibattito. Ognuno ha le sue opinioni, io non ho fatto altro che portare il mio punto di vista obbiettivo come consulente, su degli strumenti concreti. Su queste argomentazioni sono sicuramente aperta al dialogo ed al confronto.
Tommaso Sorchiotti
Gioia, le tue mi sembrano osservazioni legittime, è l’accanimento nei confronti di Luca che trovo fuori luogo.
Di certo capita spesso di avere posizioni discordanti tra professionisti che lavorano su spazi e servizi nuovi, ma che senso ha affermare che “Mancano forse analisi, approfondimenti con dati e risultati”? Hai idea del lavoro che richiede scrivere un libro e del modo in cui ha dimostrato di lavorare Luca in questi anni? Ti aspetti poi una risposta meno “emotiva”!? 😐
Il tempo per parlarne pubblicamente era poco? Avremmo o comunque avresti potuto approfittare di Luca per chiarire alcuni aspetti e parlarne assieme alle persone interessate ad approfondire. Si è sempre dimostrato disponibile ed aperto al confronto e penso che avrebbe apprezzato le critiche faccia a faccia. Inoltre sarebbe stato molto più interessante riproporre il dibattito online.
Detto questo non voglio difendere a priori Luca solo perché è un amico, al quale non ho problemi a far notare eventuali mancanze o errori. Ma aspetto però di leggere il libro, e non semplici estratti, prima di giudicare il suo lavoro.
Luca Conti
David, hai ragione, ho perso tempo nella prima risposta.
Gioia, la battuta sui conti non tornano te la potevi risparmiare. Quando vengo dileggiato, a volte, perdo la pazienza, sai com´e´.
Non meriti altre risposte. Il lettora trova in rete tutti gli elementi a disposizione per farsi una opinione completa sull´argomento e non commento qui per vendere un libro in piu´, visto che sta andando oltre le aspettative anche dell´editore e poi non devo dimostrare nulla a nessun, men che meno a chi offende.
Sono all´estero e non ho modo di monitorare oltre questo post. chi vuole chiarimento dal sottoscritto sa dove trovarmi, ma sono offline in vacanza fino al 15… che curiosa coincidenza, vero Gioia?
Gioiacommunica
@Luca: fai pure la cosa che ritieni sia migliore per te. La data dell’evento è stata concordata, con te, con me e tutti i soggetti coinvolti.
@Tommaso: Quello che intendevo io, che non è un libro di analisi per esempio dei dati di settore, andamenti del mercato pubblicitario, allocazioni di budget e degli investimenti.. come dei casi riportati non sempre si analizzano i dati in termini di KPI o obbiettivi di campagna, feedback, traffico etc, questo perchè, penso, è stato pensato per essere una sorta di manuale pratico, uno strumento utile ed alla portata. Ma questo non è un giudizio di valore, anzi, è una constatazione sulla natura della pubblicazione.
Ribadisco che non è mai stata mia intenzione esprimenere un giudizio di valore sulla persona ne sulla sua professionalità, ma un’analisi di alcune parti del testo, legittima, e per questo rispondo solo a quesiti relativi alle problematiche prese in esame. niente altro.
@Mauro: si, molto interessante la soluzione di Insidefacebook.com.. il fatto è che veramente, sia la piattaforma, che le regole che la guidano, cambia continuamente. E’ capitato anche a me di iniziare un lavoro con delle premesse, e terminarlo con altre, con dei cambiamenti della piattaforma stradafacendo. Anche il nuovo motore, e tutti cambiamenti conseguenti per il discorso relativo alla privacy (..si è rasentata la violazione del patto con gli utenti) ne è la dimostrazione. Comunque già il blog di Facebook è utile per tenersi aggiornati.
Anna
@Gioia evidente per scrivere questa boiata hai avuto bisogno di una notte per pensarci tanto da rimodificare un tuo commento già pubblicato e farcirlo di falsità.
Non risponderò più a nessuna tua inutile provocazione spero invece di risolvere questa situazione in privato dato che la tua risposta,lì, si sta facendo attendere oltre misura.
Francesco
Non capisco l’assurdo accanimento contro Gioia. Il tono del post può essere un pò puntiglioso, ma questo non rende meno valido quello che ha scritto Gioia.
Aver pubblicato un libro su un argomento NON ci rende automaticamente degli esperti su tale argomento.
Trovo inoltre veramente scontato e banale lo schierarsi a favore del “nome”.
Welcome to Italy.
Quando me ne sono andato dall’Italia per venire a lavorare negli Stati Uniti avevo certe idee. Vedo che niente è cambiato.
Gianni
Ha ragione Francesco …senza offesa o presunzione, questo dibattito al caffe Del Doge a Palo Alto lo definiremmo “pathetic!”.
Come diceva Bennato: “…siamo un popolo di eroi e di grandi inventori e discendiamo dagli antichi Romani;
ma questa stufa che c’è basta appena per me perciò smettetela di protestare!”.
Giuliano
Post interessante che, a parte forse i toni, propone uno spunto di riflessione sull’uso dei gruppi e delle pagine e male non fa.
Facebook stesso dichiara che le pagine sono il migliore strumento per fare comunicazione d’impresa mentre i gruppi sono strumenti più “amatoriali” dedicati agli utenti. Ne è la prova il fatto che le pagine siano proprio orientate e proposte alle aziende. Comunque è anche vero che per un’attività di marketing si può benissimo partire da un gruppo che può essere poi migrato e fatto trasformare in una pagina.
Sono rimasto perplesso invece dal fatto che sia stato utilizzato un utente fasullo, Psico Naufraga, come admin di una campagna marketing. Tale comportamento va contro le regole di utilizzo di Facebook che richiede espressamente la registrazione di utenti veri ed esistenti, altrimenti si corre il rischio della disabilitazione forzata dell’account. Ma questo è OT sul tema 🙂
Gioiacommunica
Ciao Giulio, si sull’utilizzo del Gruppo, ma rimenando fedeli alla natura dello strumento. In più bisogna dire che l’attività di creazione e gestione di un gruppo richiede molto tempo ed energia, e bisogna sempre valutare se “il gioco vale la candela”. Nel caso specifico, il gruppo è stato creato con l’obbiettivo di introdurre il tema del libro, prima del lancio. Ma c’è da dire anche che, se i primi giorni il gruppo è cresciuto più velocemente, la Pagina è cresciuta veramente esponenzialmente..anzi si è auto-alimentata. La campagna infatti è stata breve, circa due mesi, per il resto la Pagina è cresciuta da sola con la sua spinta virale. Altra particolarità della campagna è che non è stato coinvolto l’autore per una scelta della casa editrice. Per questo la tua domanda non è OT sul tema assolutamente, anzi si lo è, è ON TOPIC :-). Questa campagna è datata più di un anno. I Principi FB (http://www.facebook.com/terms.php?ref=pf )e l’SRR (Statement of Right and Responsability) che vedi pubblicati ora sono recentissimi, la scorsa primavera,ed hanno sostituito il vecchio Therm of Use (che comunque era sulla stessa linea)*. I principi e linee guida che sono in continua evoluzione, un pò come la piattaforma. Attualmente poi ci sono dei gruppi di discussione appositi dove le novità vengono comunicate e condivise: diciamo che dopo il boom della piattaforma, ora il team cerca di essere più presente ed avere una comunicazione diretta. Anche se non ci sono controlli reali (se non dietro segnalazione) e per campagne di breve durata*, è giusto presentarsi con onestà con un’identità reale ed essere trasparenti (anche se, in questo caso la trasparenza consisteva nell’evidenza di essere un personaggio di invenzione.. e non un nome e cognome non esistenti). Bisogna sempre tenere in considerazione che FB si basa, è nato e si sviluppa su network reali. *Aggiunto in seguito.
cibbuzz
Salve a tutti, ho trovato molto interessante questa discussione, nonostante i toni lascino un pò a desiderare, soprattutto se si parla di un prodotto dinamico e in continua evoluzione come Facebook…anch’io sul mio sito http://www.cibbuzz.com/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=55&Itemid=80 ho detto la mia sulla differenza tra pagine e gruppi, anche se comunque ritengo che vadano usate entrambe a supporto di una campagna, ovviamente con modalità differenti, variabili a seconda di ciò che ci si propone. Forse, sarebbe interessante creare un ebook scritto a più mani sull’argomento…anche perchè a mio parere web 2.0 è soprattutto umiltà e voglia di cooperare mettendo le proprie competenze a disposizione a supporto di un progetto.
Gioiacommunica
Ciao @cibuzz grazie, come ringrazio @Gianni e @Francesco, come altri amici, per il supporto. Ne approfitto per puntualizzare che il penultimo capoverso di questo mio post è un semplice gioco di parole, senza in realtà un vero significato logico, e la faccina finale ne evidenzia il tono. Mi dispiace che sia stata interpretata non secondo le mie intenzioni, mi addolora, e chiunque è libero di ritenerlo di buono o cattivo gusto. Mi piace tanto quello che tu scrivi sulla cooperazione, questo era il senso del mio intervento anche se forse mi sono espressa male. Anche io non amo il tomo di certi commenti, ma questo è uno spazio pubblico e non moderato, dove ognuno è libero di manifestare la propria opinione. Mi riservo solo il diritto di rispondere solo ai commenti a tema 🙂 come il tuo, anzi sono felicissima che la discussione sia rientrata. Interessante la tua idea sull’ebook collaborativo, o la soluzione di Insidefacebook evidenziata da @Mauro. Ma già il web 2.0, con il contributo dei tanti appassionati e professionisti che si esprimono sull’argomento.. è già un’imponente risorsa collettiva!
prezzemolo
Vedo che la discussione ha da tempo lasciato modi consoni ad un confronto fra opinioni.
Mi spiace anche che siano stati modificati più volte commenti precedenti, così chi legge adesso vede dissonanza nella sequenza dei commenti, credo che almeno il coraggio di difendere quanto dice una persona lo debba avere. Viceversa, se si accorge di avere sbagliato, si scusa.
Non condivido il modo di fare, per nulla. Non mi sembra cosa educata ne professionale, invitare degli ospiti e poi attaccarli due giorni dopo. Siccome so che tu Gioia non sei una alle prime armi, ma le tue esperienze lavorative e i clienti con cui hai lavorato parlano per te, mi sorprende questo comportamento, pensabile per un novellino ma non per una professionista quale tu sei.
Certo che sul proprio blog uno ha il diritto di dire ciò che pensa, ancora alla censura non siamo arrivati! Però quello che fa sempre la differenza sono i modi e i toni.
Oltretutto mi sembra un “colpo basso” postare tutto ciò che ti risulta dissonante vedendo la cosa solo dal tuo punto di vista; sarebbe stato molto più corretto porre le tue domande/osservazioni/perplessità a Luca venerdì e poi scrivere come la vedi tu e come la vede lui, lasciando trasparire una diversità di vedute, e ad ogni lettore il trarre i propri giudizi.
Io credo che un libro rifletta le idee, le esperienze e il modo di vedere del suo autore, e siccome non stiamo parlando della Bibbia, nulla vieta a chicchessia di avere avuto esperienze che indicano cose nella direzione contraria. Quello che può essere vero e funzionale per una ditta/committente può non esserlo per un’altra. Come ha detto Laura in altra sede “il marketing non è una scienza esatta”. Luca ha proposto una modalità, punto.
Rispondo brevemente ad un paio di punti sopra espressi, in quanto presente venerdì.
Gioia, a Luca hai chiesto perché avesse dedicato un capitolo alla cause, che con l’azienda e il marketing poco centrano, e la sua risposta (che ho bene ascoltato, poiché era un quesito che anche io avevo), è stata precisa ed esaustiva, spiegando perché aveva deciso di parlarne. La motivazione mi è sembrata di tutto rispetto e meritevole di un capitolo.
Concordo con Tommaso quando dice che alcune cose potevano essere “sanate” venerdì sera stessa. E’ vero che ad un certo punto abbiamo interrotto le domande del pubblico, ma Luca è rimasto fino a tardi, quindi nulla vietava di chiedergli alcune cose in privato. Non tanto per evitare questo post, ma quanto per soddisfare le tue perplessità; e sono convinta che Luca ti avrebbe spiegato le motivazioni delle sue tesi con molta tranquillità.
@Mauro Meli Io ti consiglierei di analizzare come alcune aziende pensano di usare i nuovi strumenti messi a disposizione dal web, vedresti come questi testi non servono solo a fare marketing per sé, ma potrebbero aiutare ditte a non fare cappelle grosse come case, o sprecare tempo pensando di star facendo chissà cosa, ma fatto in modo totalmente sbagliato.
@Gianni e @Francesco: qui nessuno difende “il nome”. Mica sono l’assistente di Luca Conti! Si contestano i modi.
Non dimentichiamo che Luca Conti è stato invitato ad una serata GGD Marche, e Gioia che è una delle organizzatrici della serata nonché del team, dopo 2 giorni dall’evento, se ne esce sparando a zero su un ospite da noi chiamato.
Questo non è professionale e non è umanamente educato.
(Evito poi di dire che potrei considerarlo un danno d’immagine per il team GGD Marche non da poco).
Concludo, perché sono andata un po’ per campi, sperando che si rifletta su quello che si è detto e che si è fatto, agendo poi di conseguenza e come ritenuto più opportuno.
Gioiacommunica
@Sara.. il pezzo di commento aggiunto è questo ” L’evento è stato proposto senza che nessuna delle GGD avesse letto il libro, e nei giorni pre evento nonostante ho cercato di stimolare la cosa nessuna ha voluto di apportare contenuti, nonostante era ben chiaro che quella doveva essere una serata a tema in stille GGD, e non solamente la presentazione di un libro.”.. e non l’ho messo in coda per non deviare ancora la discussione su modi non consoni, come li chiami tu, ed era comunque in evidenza e l’ho chiarito. Io ho chiesto a Luca “E le aziende dove sono? Come si promuovo con questo strumento?” perchè è poco chiaro nel libro e mancano dei casi. E lui mi ha risposto quello che ho riportato nel post. Prima di tutto io non ho invitato Luca, è stato proposto.. io non sono le GGD. E’ stato proposto ho accettato ben volentieri. Non è un mio cliente perchè di lavoro non organizzo eventi o presentazioni di libri. L’intendo della serata era il dialogo ed il confronto, e questo ce l’avevamo chiaro tutte. In questo post ho semplicemente ribadito la mia visione, con trasparenza e chiarezza.E se scelgo di riproporre degli spunti anche on line nel mio blog, con tutta l’apertura e nelle critiche e al confronto, non ci trovo nulla di scandaloso. E ben vengano le critiche, sui toni, sui contenuti.. è il dialogo.
xxraxx
Alla serata ggd ero presente anch’io e da profana ho trovato le argomentazioni discusse da Gioia e da Luca molto interessanti. Gioia ha sviluppato argomenti in modo molto professionale e tecnico e Luca ha discusso con il pubblico il suo libro per spiegarne i contenuti. Mi ha incuriosito molto la domanda sui gruppi..ho sempre pensato che il gruppo di per sè rappresenti una modalità più informale di condivisione, per questo mi trovo d’accordo con l’osservazione di Gioia sulla natura dei gruppi vs. pagine ..
Amo la discussione critica perchè rappresenta l’origine e lo sviluppo della conoscenza, soprattutto quando si riportano esempi e riferimenti..non bisogna azzittirsi mai!;)
Pubblicare un libro come un articolo di certo ci espone al giudizio critico dei più e meno esperti, e pensate che la scienza evolve grazie a questo..esattamente grazie ad osservazioni come quelle di Gioia. Mi rattristano i toni, che possono invece sgretolare la professionalità e la serietà di ogni mestiere. Con questo buon lavoro!! 🙂
Mauro Meli
Prezzemolo, hai centrato uno dei punti: informare e fare cultura su questi argomenti. ln questo post Gioia (correggimi se sbaglio) segnala delle criticità nel contenuto dell’intervento e del libro. questo non aiuta né le aziende prospect o clienti né noi che ci lavoriamo, anzi … ci crea problemi. Inoltre sulla questione pagine, che a me sta molto a cuore perchè ho visto una miriade di aziende partire con i gruppi (e anche i profili) a sproposito (ritengo non siano state consigliate bene), ci sono dei problemi che non sono legati a “diversi punti di vista” ma oggettivi e supportati dalla stessa Facebook. Sai quale è la prima domanda di un commerciale di FB che avevo contattato a luglio per un progetto importante ? “ma pensi di usare gruppi o pagine?” perché anche in FB sanno che spesso si confondono le due cose.
Mi è piaciuto molto l’intervento di Francesco (“aver pubblicato un libro su un argomento NON ci rende automaticamente degli esperti su tale argomenti)” e Gianni (“questo dibattito al caffe Del Doge a Palo Alto lo definiremmo “pathetic!””) che ci guardano da lontano e capiscono ….
Gioiacommunica
Si @Mauro, hai centrato il punto! Quello delle Pagine v/s Gruppi è stato sempre un nodo critico da sbrogliare. Il fatto è che i Gruppi, soprattutto poi prima della ultima release, erano più immediati e facili da creare, ecco che le aziende si sono date al “fai da te”. Inoltre è vero che c’era mancata conoscenza degli strumenti anche all’interno delle stesse agenzie.. anche perché prima era difficile avere un contatto diretto con il Team di Facebook. Altro problema era che, col more di ricerca interno, prima era dato più risalto ai gruppi, perché il loro contenuto (es. descrizione) era “indicizzato”, mentre i contenuti delle pagine no. Rimane comunque il fatto che la natura degli strumenti era diversa, e che certi Tool, come la possibilità di aggiungere applicazioni (mp3 e quant’altro) e le statistiche, erano già presenti.
Gioiacommunica
Scusatemi se vado un pò fuori tema rispetto al post, ma credo che sia doveroso un mio intervento che mi è stato richiesto dalle GGDMarche di cui fino ad ora ho fatto parte, e con le quali quest’intervento è stato condiviso prima della pubblicazione. Questo intervento è stato già mostrato anche con l’autore del libro, il quale non ha dato risposta probabilmente perché all’estero e quindi non è certa la sua presa visione. Se opportuno al suo rientro diverrà post così, se lo desidera, avrà modo di rispondere:
– Questo è il mio blog personale, di cui io sono l’autrice.
– Il precedente post, così come la presentazione sono scritti unicamente a mio nome non intendevano rappresentare la posizione o l’opinione delle GGD, organizzatrici dell’evento. Non era mia intenzione creare disguido o imbarazzo, ma solo manifestare una mia opinione personale.
– GGD: L’evento era a tema, ed è stato invitato un ospite a presentare il suo libro. Personalmente ho accolto favorevolmente l’iniziativa. Dato il format standard delle iniziative GGD, per l’ evento di venerdì, c’è stata apertura nel senso di possibilità di partecipazione con dei propri argomenti, a seconda degli impegni e la disponibilità di ognuna essendo un’iniziativa basata sul volontariato. Chiara de Caro per esempio nell’introduzione all’intervista ha apportato dei contenuti interessanti sull’utilizzo della piattaforma.
– Di mia iniziativa nei giorni pre-evento, dopo essermi documentata on line, ho letto il libro, ed ho comunicato al team GGD che c’erano delle questioni su cui mi sarei soffermata, su cui avrei anche chiesto chiarimenti al Team di Facebook, o che avrei comunque sollevato per stimolare il dibattito (preoccupate dal fatto di non avere la partecipazione da parte del pubblico..che si è invece dimostrato molto attento ed è attivo!!). I temi della presentazione sono stati condivisi, e la presentazione stessa è stata condivisa con chi me lo ha chiesto.
– Durante il mio intervento, dove ho presentato la mia visione e tutto quanto riportato nel precedente post, Luca Conti era presente. Nel corso del dibattito sono state sollevate le principali questioni, quelle relative ai Gruppi e alle Causes.
– Il penultimo capoverso è semplicemente un gioco di parole, senza alcun significato logico, né intenzione di offendere.. e la faccetta subito dopo ne evidenzia il tono. Mi dispiace che non sia stato recepito secondo le mie intenzioni. Come mi dispiace che il tono del post sia stato interpretato come aggressivo, non era mia intenzione.
– Quanto riportato è esclusivamente un’analisi di un testo e in particolare dell’utilizzo di alcuni strumenti. Non ho mai espresso giudizi di merito né sull’autore, né su suoi altri lavori.
– Le argomentazioni portate in sede di presentazione e riportate nel precedente post, derivano dal mio lavoro di documentazione ed approfondimento, oltre che da esperienze lavorative passate e quotidiane sulla piattaforma Facebook.
– non condivido il tono di alcune risposte, né gli attacchi personali. Questo, per mia scelta, è un luogo pubblico e non moderato, ma mi riservo il diritto di rispondere a esclusivamente a commenti relativi ai contenuti del post e agli strumenti Facebook.
.. buona conversazione (sana)!
Osvaldo Danzi
La cosa più preoccupante nei blog e gruppi vari è che, sebbene sembrerebbero diretti a persone mediamente giovani, e quindi più disponibili ed aperte al confronto, alla fine diventano degli scontri frontali dove una persona esprime un’opinione (in genere in modo piuttosto educato, come ha fatto anche Gioia in questo caso – che non conosco e non ho motivi personali per difenderla..) e automaticamente una serie di squali assetati di sangue impongono la propria contro-opinione, non esprimendo altrettanto educatamente il concetto per il quale sono in disaccordo con quanto scritto prima, ma giudicando l’approccio di chi ha espresso l’opinione precedente. Come per esempio fa Anna (che non conosco e non ho motivi personali per contrariarla :)))
E’ davvero un peccato, perchè su una piattaforma così libera e aperta, si dovrebbe cercare di contrastare la non comunicazione e la disinformazione che oggi, e in particolar modo nel nostro Paese, purtroppo ha preso il sopravvento sulle notizie vere.
Detto questo (e scusate il pippotto..) abbiamo semplicemente perso l’occasione di commentare un argomento che è all’ordine del giorno e che non necessariamente deve mettere a confronto “facebookisti” vs. “nonfacebookisti”, che così come Mac vs. Windows e Brad Pitt vs George Clooney sono temi infiniti dove nessuno in definitiva ha mai torto o mai ragione. Può semplicemente esprimere un’opinione.
Facebook, a mio avviso, e concordo con Gioia, è tutto tranne che uno strumento professionale e di marketing. Personalmente, se devo aprire un Gruppo, lo faccio su LinkedIn, oppure, come realmente fanno le aziende, creano delle Community, veicolate tramite i propri prodotti. Ma niente di più lontano, ripeto, a parer mio, vedere Facebook come uno strumento utile alla professione. Addirittura, MySpace, per i profili legati agli artisti, è decisamente più funzionale. Per tutto il resto, amici, coppiette, tifoserie, chat e varie, Facebook si è rivelato uno strumento straordinario, per quanto personalmente, non ne sottoscriverò mai l’adesione.
Come ripreso da altri, Luca grazie a questo libro è riuscito a mettersi in evidenza e a presentarsi praticamente a tutti i gruppi locali in LinkedIn e questo fa parte della sua capacità di relazionare e di proporsi. Non comprerò il suo libro, ma non comprerei neanche un libro di Bruno Vespa o Francesco Alberoni. Come diceva Troisi “è inutile che io legga i libri. Gli scrittori sono talmente tanti, io sono uno solo, e quando li raggiungo?” Questo non significa che non stimi Luca per l’attenzione che è riuscito a catalizzare con l’argomento e per aver proposto un argomento di discussione. Certo, più gradevole se da autore avesse risposto in modo “meno secco” a chi gli ha esposto delle perplessità..
Bene; è un parere. Buona educazione a questo punto prevederebbe che, chi è in disaccordo, rispondesse con la sua opinione, senza mandarmi a quel paese…
Ci riusciamo ancora?
Gioiacommunica
Gentile Osvaldo Danzi.. ma che cavolo sta dicendo! 😉 (spero che questo smile faccia bene intendere anche quì il tono scherzoso e distensivo della mia affermazione).
Grazie mille per il supporto. Tornando ai temi del post (ed alla serietà 🙂 ) quello che ho detto è che,a mio avviso ed ho avuto conferme dal Team di Facebook, i Gruppi non sono intesi, e nati per essere strumento di promozione e marketing ma più uno strumento di aggregazione di interessi e socializzazione. L’esempio riportato era più inteso come un utilizzo creativo a scopo di Marketing, pur rispettandone la natura appunto, non di Marketing! Tra l’altro, come ho sottolineato, con molte criticità (l’esempio infatti con i suoi limiti è stato portato per mi intenzione di mediare tra i diversi punti di vista..): si è diffuso inizialmente velocemente ma poi si è arrestato e quello della personalità. Comunque è stato utilizzato per una campagna di breve durata, nel pre-lancio del libro della Feltrinelli. Viceversa la Pagina, strumento invece creato appositamente a fini di Marketing, alla lunga si è diffusa molto di più e si è auto-alimentata. Facebook quindi può ed è, con i suoi strumenti quali le Pagine (o profili pubblici) gli annunci e le applicazioni, uno strumento di Marketing.. per promuovere i propri prodotti ad un target allargato, far conoscere il proprio marchio o coinvolgere i propri consumatori / estimatori in esperienza del brand divertita (x esempio con le applicazioni).. ed altro ancora.
Linkedin è un’altro Social Network importante per le aziende, perchè orientato strettamente al Business.. ottimo per trovare nuovi clienti, fornitori, partner, collaboratori e fare risorse umane.
Facebook, come lei ben sottolinea, è uno strumento più generalista.. per socializzare, giocare, divertirsi.. e le aziende hanno la possibilità di entrare in queste dinamiche e promuoversi ad un pubblico ampio, entrando nella loro quotidianità, aggregare, comunicando, dando dei servizi, e, perchè nò, divertendo. Già ora, ed in futuro ancora di più, su Facebook gli utenti parlano anche del loro marchi preferiti, ne conoscono di nuovi, li suggeriscono ai loro amici, e fanno esperienze d’acquisto.
Questo non significa che Facebook sia migliore o peggiore di Linkedin, anzi sono due Social Network di natura diversa che dovrebbero essere utilizzati dalle aziende in maniera integrata a seconda delle esigenze. Soero di essere stata abbastanza esaustiva (ci sarebbero tante altre cose da dire in realtà…)
Ancora grazie dell’attenzione e per qualsiasi dubbio, chiarimento o suggerimento al riguardo, sono a disposizione.
Roberto Ciacci
Ciao Gioia,
leggo per caso e solo ora questo thread e non ho resistito 🙂
Ho invitato Luca a Bologna per parlare di “fare marketing con FB” giusto lo scorso 16 luglio, ho letto il libro di Luca e conosco o sono in contatto con praticamente tutti gli autori dei commenti a questo post.
Se posso essere ecumenico …
Io condivido quello che scrivi.
Non utilizzerei mai un gruppo per promuovere un prodotto o un’azienda. Per i motivi che tu ben hai sintetizzato sono i profili pubblici lo strumento più adatto.
D’altra parte ho avuto modo di conoscere Luca e la professionalità con cui lavora. E sono sicuro che avrebbe gradito un confronto verbale, anche pubblico, sulle tue (corrette) osservazioni.
Di una cosa sono convinto (e qui dissento con Osvaldo): Facebook è qui per durare ed ha appena cominciato a stupirci. Uno strumento capace di raccogliere il 20% della popolazione mondiale connessa a Internet e oltre 10 mln di Italiani non può restare fuori dal media mix delle aziende.
Devo personalmente ringraziare Luca (e Vincenzo Cosenza) per avercelo fatto conoscere meglio.
Se poi passate da Bologna, se ne riparla volentieri di fronte ad un aperitivo. BolognaIN tornerà sicuramente ad organizzare un evento sui conversational media (a furor di popolo!) di fronte ad una platea di “business professionals”.
Gioiacommunica
Gentile sig. Ciacci, grazie della sua partecipazione con questo commento, e del suo invito!
Come è stato ribadito più volte, il confronto verbale sui punti più importanti c’è già stato, in questo post ho riportato quelli che per me sono i punti critici e la mia visione, che ho già espresso durante l’incontro. Io lavoro ormai da un pò quotidianamente con certi strumenti, e penso che sia mio dovere e diritto come professionista portare avanti (e condividere) la mia visione, sia nei confronti di clienti passati, che presenti, che futuri… che in generale degli utenti!
Visione che tra l’altro ho già espresso in una passata presentazione: http://www.slideshare.net/Gioiacommunica/fare-social-media-marketing-su-facebook , e che in questo mio secondo intervento ho approfondito.
Ancora grazie!
Lalinda
Ciao Gioia,
Ho letto tutto o almeno ho cercato di farlo.
Non ho letto il libro di Luca quindi non entro nel merito dei contenuti,come qualcuno su ha accennato, riportare degli stralci di testo,inevitabilmente decontestualizza il concetto che quindi rischia di perdere di significato.
Una cosa mi ha colpito.
Tu dici che creare un gruppo su facebook non è uno strumento poco idoneo per fare mkt per un’azianda.
Secondo te è più congruo creare un gruppo tematico prima e poi creare un fan page e poi passi all’esempio di chi vende biciclette.
Se non ho capito male suggerisci ad un’azienda che vende biciclette di aprire un gruppo ad es. per appassionati di bici (quindi trasversale) e poi,dopo aver creato un pò di “rumor” sul gruppo, aprire una profilo aziendale.
Credo che lo scopo sia di travasare i fan del gruppo nella fanpage del brand.
E fai l’esempio della pagina il cuo aministratore ha un nik di fantasia…ispirato al contenuto del libro.
Beh questo modo di procedere,sempre se ho ben capito il tuo argomento, mi sembra un nuovo modo di fare pubblicità ingannevole o meglio di prendere per i fondelli gli user.
E’ quello che un tempo si chiamava e ancora si chiama ahimè,pubblicità occulta: più omeno come quando ti arrivava a casa la lettera “Hai vinto un fantastico tostatapane elettrico vieni a ritirarlo gratuitamente!” e poi al momento del ritiro ti trovavi difronte un rappresentante di eciclopedie che ti propinava la presentazione della collana di tutti 20 volumi in cambio del tostapane elettrico (giuro che mi è successo erano gli anni 80 e io ero molto giovane)!
Di certo facebook è un canale in continua evoluzione e i suoi tools sono i più evoluti e a dimensione di user che ci siano in circolazione.
Ionon mi attaccherei a quello che sostiene in modo didascalico il Facebook team;se così fosse,quindi se si ragionasse per definizioni, dovremmo farci spiegare da questi signori, come mai uno “Year Book” digitale,perchè è di questo che era facebook all’origine, sia poi diventato un vero e proprio supermarket della pubblicità spicciola, in cui l’utente è passato al microscopio e setacciato dalle multinazionali a basso costo.
Gli intenti sono spesso poco definiti e i contorni spesso vengono sfumati dal divenire delle cose.
Io non credo che quando Mr. Facebook pensò ai gruppi, avrebbe mai anche solo in mente i molteplici utilizzi di cui questi sarebbero stati oggetto in futuro.
Nell’universo digitale tutto è, e tutto diviene e se Luca Conti ritiene che creare un gruppo su Facebook sia una buona strategia di MKT aziendale, io ci rifletterei su cercando di capire il perchè di questa sua affermazione.
Io come te e Luca e come molti che sono intevenuti sopra, lavoro quotidianamente e mi dimeno fra FF,Facbook,Twitter etc etc…i progetti di comunicazione che creo sono ognuno una cosa a se e una strategia che vale per un brand, non è compatibile per un’altro.
Ogni giorno ci sono punti di vista differenti con cui mi imbatto,ma li ritengo un prezioso stimolo per il mio accrescimento professionale.Se una persona afferma una cosa diversa da quello che affermerei io, credo che cercare di capire l’origine del ragionamento, possa creare occasione di arricchimento intellettuale,un valore aggiunto prezioso da non sottovalutare.
Credo che la condivisione e il confronto continuo siano i presupposti fondamentali per lavorare nei media sociali che proprio perchè “sociali” nascono dal preusposto della condivisione,ma questo è solo il mio punto di vista 🙂
Ciao e grazie per lo spunto 🙂
Gioiacommunica
Ciao Linda! Ti rispondo subito a punti che l’argomento è complesso:
– Io non ho suggerito di creare gruppi per poi dirottare gli utenti sulla pagina, non è una prassi secondo me consigliabile in generale in tutti i casi. Come ben dici, ogni campagna è a sè. L’esempio che ho riportato de “Gli interessi in comune” – è un esempio / esperimento particolare, che fa parte dell’utilizzo creativo del mezzo pur rispettandone la natura… ma come ho evidenziato ha i suoi limiti (tempo ed energia, personalità). Va fatto notare che lo scopo non era dirottare gli utenti sulla pagina, ma introdurre un prodotto a degli utenti che ne condividono i valori, i quali dopo averlo testato o conosciuto, potranno poi iscriversi alla Fan Page. L’esempio della bicicletta è puramente strumentale a spiegare un concetto.
– Non sono d’accordo con te sul discorso della pubblicità ingannevole. Nel momento in cui il brand è visibile con un suo sito internet, o con un logo. Sponsorizzare eventi / gruppi di interesse è una modalità molto utilizzata dalle aziende off line, significherebbe fare la stessa cosa on line.
– A mio avviso, alla base della tecnologia ci sono delle esigenze per cui è stata creata, e conoscere le motivazioni degli ideatori / implementatori ritengo che sia basilare… anche se hai ragione quando dici che spesso è l’utilizzo che forgia / fa evolvere la tecnologia, e che sono due fattori che si influenzano a vicenda.
– in generale non sono d’accordo con l’utilizzo dei gruppi come presenza ufficiale dell’azienda / brad, come alternativa al profilo pubblico – soprattutto nelle modalità (nome del brand / azienda) e presupposti concettuali (comunicazione unidirezionale – aggiornamento v/s Conversazione) espressi nel libro di Conti, oltre che alla luce dei tanti strumenti a supporto del marketing che le Pagine hanno ed i gruppi no.
Viceversa, come ho evidenziato, ritengo che i gruppi possono essere uno strumento interessante per le Associazioni e gruppi di interesse – anche legate al business – soprattutto quando è importante la gestione della privacy – oltre che per la comunicazione interna.
😉
fabio de vita
Gioa e Luca,
vi ho potuto conoscere in momenti diversi e vi stimo entrambi.
Con Luca ci siamo accordati in quella sede di organizzare un evento, abbiamo deciso la data del 16/10 (siete tutti invitati) per approfondire l’argomento facebook e business, con modalità da concordare, ma sicuramente molto interattivo.
A te Gioia invece ho subito chiesto di poter organizzare degli eventi formativi con MarcheIN, abbiamo il format CenaINForma apposta, poichè la presentazione che avevi fatto mi era piaciuta molto.
Siete due persone che dimostrano conoscenza dello strumento Facebook. Mettiamo a disposizione le vostre competenze a chi non le ha e può trarre benefici in azienda da un utilizzo appropriato di Facebook.
Mi sono occupato per anni di consulenza aziendale in ambito vendite e marketing e troppe volte ho visto utilizzare in modo improprio gli strumenti di comunicazione, quindi apprezzo tutte le persone che possono educare all’utilizzo corretto delle tecnologie, e in voi vedo delle persone capaci che possono davvero essere utili agli altri.
Penso che i confronti siano interessanti se sono costruttivi e portano al miglioramento, il muro contro muro non serve a nessuno. Avere opinioni diverse aiuta a crescere e stimola sia il miglioramento che il cambiamento.
Scrivere dei libri su dei fenomeni in movimento come per esempio i social network è sempre difficile, per cui è anche facile “sbagliare”.
Non ho ancora letto il libro di Luca, mi sono ripromesso di farlo prima dell’evento MarcheIN, come ha fatto giustamente Gioia in occasione dell’evento GGD, per poter affrontare preparato l’argomento e trarre il massimo vantaggio dall’evento. Sono un uomo di business, e ogni strumento che può essere utile allo sviluppo del business mio e dei miei clienti è benvenuto.
Penso che sia più importante il fare dello sbagliare, basta che dagli sbagli si cerchi di imparare. Io stesso sbaglio continuamente e cerco altrettanto continuamente di migliorarmi.
Conosco persone che per paura di sbagliare non fanno; pensate a quante opportunità di crescita rinunciano.
Vi invito ad un chiarimento costruttivo, siete entrambi in gamba e potete fare molto per voi stessi e per gli altri.
un abbraccio,
Fabio
Gigi
C’è chi pensa che i social network siano “una perdita di tempo aziendale” e prodotti come quello qui sotto vanno letteralmente a ruba nelle PMI attestandosi a un costo aziendale minimo ma garandendo un livello di controllo molto buono (se poi si portano esempi concreti FB è tra le prime cose blindate dai security manager)
http://www.surfguardian.eu/web-filtering.html
In sostanza credo che fare business sia anche una cosa possibile, nella misura in cui il target sia raggiungibile, sempre più nelle aziende con l’incremento della sicurezza si “tagliano” social network e ogni altra forma rischiosa anche perchè potenziale veicolo di malware e spyware. Siamo sicuri che queste persone quando arriveranno dopo le canoniche ore di pc giornaliero da casa avran ancora voglia di essere aggredite da una qualche forma pubblicitaria sui social network o lasceranno il pc spento dedicandosi alla propria famiglia ?
Sicuramente a “sparare nel mucchio” è possibile che si ottenga un qualche tipo di risultato ma con che target qualitativo ?
Gioiacommunica
Gentile @Fabio, scusami se rispondo solamente ora ma mi ero ripromessa di farlo in un momento di tranquillità, come giustamente si merita questo tuo commento così profondo.. solo quando trovarlo! :-).
Come hai notato, ho voluto dare a questo blog un taglio divulgativo ed alla portata ma allo stesso modo puntuale ed approfondito, perchè il mio intento è proprio quello formativo ed apertura al dialogo a professionisti del settore, alle aziende o anche semplici appassionati per un arricchimento reciproco.
Apprezzo in particolar modo il terzultimo capoverso del tuo commento, denota tanta saggezza e maturità.
Rinnovo la mia disponibilità per gli eventi formativi MarcheIn, ringraziandoti della tua gentile proposta.
Melania
Ciao a tutti,
io non conosco nessuno, non ero presente all’evento e non sono un’esperta di FB, ma di Comunicazione, un po’, sì. E la mia osservazione riguarda proprio questo, o meglio il linguaggio di questo luogo virtuale e l’essenza del luogo stesso: un blog personale.
Solo 3 cose e poi me ne vado:
1- complimenti, Gioia, perchè hai saputo stimolare un dibattito che, come hanno dimostrato altri che come come “non c’entrano nulla” ti prende e ti spinge a lasciare un commento;
2- in un Paese dove si parla tanto di mancanza di libertà d’espressione, gli interventi quasi “repressivi” che hanno spinto (non dico obbligato, però penso che chi vuole intendere intenda) una persona, sul suo blog personale, a ribadire, quasi con un comunicato stampa aziendale, che quello era appunto il suo blog personale, con opinioni personali che non rappresentavano l’azienda coinvolta nei fatti, beh questa mi sembra un vero attacco alla libertà di parola.
Si parla sempre dei piani alti, tv, giornali… e poi si vanno a fare le pulci proprio in luoghi come questi, che per definizione, e struttura, sono una finestra da cui dovrebbe entrare aria fresca… bah! Se qualcuno si sente offeso in prima persona, che faccia causa all’autrice! ma nessuno venga a dirle che cosa può, non può o avrebbe dovuto dire sul conto di altri, per favore!
3- Gioia, il gioco di parole “non tornano i Conti” lo trovo personalmente carino, fin troppo esplicitamente bonario per essere anche solo per un attimo offensivo. Questo però lo possono solo capire le persone dotate di senso dell’umorismo e autoironia, che sono meno di quello che pensiamo. Ma tu, per tua fortuna, ce li hai! 😉 Continua così…
Melania